Cessione del Quinto Normativa

Il prestito tramite Cessione del Quinto è regolato per legge tramite alcuni articoli che servono a stabilire le condizioni del finanziamento, gli importi massimi erogabili e l’importo delle rate mensili in modo che tutti gli istituti di credito italiani siano allineati e propongano le stesse offerte ai richiedenti.

Nel corso degli anni queste leggi sono cambiate per adattarsi sempre meglio alla situazione storica ed economica che il nostro Paese ha vissuto nel tempo e venire incontro alle esigenze dei clienti che avevano bisogno di un accesso al credito. Ma cosa sancisce di preciso la Cessione del Quinto normativa?

Cessione del Quinto dello stipendio normativa

La Cessione del Quinto è un particolare tipo di prestito non finalizzato che fu per la prima volta introdotto nel nostro Paese alla fine della seconda Guerra Mondiale con l’obiettivo di agevolare l’accesso al credito dei dipendenti statali.

La prima normativa Cessione del Quinto, dunque, risale al 5 gennaio 1950, giorno in cui il Presidente della Repubblica ne sancì in modo ufficiale il funzionamento tramite un decreto, che venne poi ampliato e migliorato nel 28 luglio 1950, riguardante il sequestro, il pignoramento e la cedibilità di stipendi e pensioni di tutti i dipendenti pubblici.

Fin da quando fu istituito il finanziamento tramite Cessione del Quinto, il suo funzionamento è rimasto pressoché lo stesso che tutti conosciamo oggi: il rimborso delle rate, infatti, avveniva già all’epoca da parte del datore di lavoro che tratteneva una parte del guadagno mensile netto di chi ne faceva richiesta per un importo massimo ad un quinto.

Per ulteriori informazioni in merito al funzionamento leggi: “Cos’è la Cessione del Quinto

Normativa Cessione del Quinto dello stipendio 80/2005

All’epoca, quando furono introdotti i d.p.r. 180/1950 e 895/1950, l’unica reale differenza rispetto alla Cessione del Quinto cui siamo abituati oggi era l’erogabilità esclusiva ai soli dipendenti pubblici e statali.

Fu solo con la legge 80/2005 che la Cessione del Quinto venne concessa anche a dipendenti privati e pensionati. Le prime modifiche alla Cessione del Quinto dipendenti pubblici normativa, infatti, arrivarono più di 50 dopo che questo tipo di finanziamento fu messo a punto e il loro scopo ultimo fu proprio quello di ampliare la categoria di persone che potessero aver accesso al credito e renderlo ancora più funzionale.

In tale occasione venne abolito il requisito dell’anzianità minima di servizio, che prima era imprescindibile per poter ottenere il finanziamento, e venne messa a punto una Cessione del Quinto pensione normativa appositamente rivolta ai pensionati che avessero bisogno di liquidità.

Già all’epoca, così come avviene ancora oggi, l’accesso al credito venne regolato secondo precisi limiti anagrafici decisi dai singoli enti finanziari.

Per saperne di più leggi: “Cessione del Quinto pensionati fino a 90 anni” e “Cessione del Quinto requisiti

Cessione del Quinto normativa

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Cessione del Quinto normativa di riferimento dal 2015

Dopo l’introduzione della Cessione del Quinto pensionati normativa, la situazione cambiò nuovamente nel 2015, anno in cui fu deciso che anche i dipendenti privati potessero aver accesso a questa particolare tipologia di finanziamento.

Il requisito preferito dagli istituti di credito da allora è sempre stato la presenza di un reddito fisso e dimostrabile proveniente da un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma, eventualmente, anche un contratto determinato può essere accettato a patto che il piano di ammortamento si esaurisca prima della fine del contratto di lavoro.

A tal proposito leggi: “Cessione del Quinto contratto a tempo determinato

Inoltre fu anche introdotta una legge il cui obiettivo era quello di disciplinare le modalità con cui poteva essere richiesto e approvato il rimborso della Cessione del Quinto. Grazie a questa normativa fu consentito di procedere all’estinzione anticipata Cessione del Quinto a tutti coloro che avessero già rimborsato almeno il 40% del finanziamento e fossero in grado di saldare in un’unica soluzione tutte le rate mancanti. I richiedenti che avessero usufruito di questa opzione si sarebbero visti rimborsare per intero tutti i costi che avevano già pagato anticipatamente ma di cui non avevano goduto.